La sola cosa necessaria affinche' il male trionfi e' che gli uomini buoni non facciano nullaEdmund Burke


domenica 22 gennaio 2012

Le Ragnatele di Neve Chimica e l'Aracnide del Ghiaccio!

In questi giorni nella Val Padana è scesa la "neve chimica" ci hanno detto, i filamenti ricoperti di neve ritrovati sono al quanto strani, comunque gli esperti ci hanno rassicurato facendo credere che si tratti solamente di fenomeni irrilevanti anche se rari. 

Come avviene per le scie chimiche, in realtà quasi nessuno si preoccupa minimamente di chiedere maggiori chiarimenti su quello che è successo, vuole dire che siamo quasi pronti per la bollitura finale.


Tra un po' ci racconteranno che ci sono dei nuovi ragni appena scoperti che si sviluppano ed entrano in azione solo a determinate temperature, in effetti esiste già una specie: il Terrak, proveniente dal pianeta Plasmatron, che pur essendo composto da plasma verde riesce a rilasciare dei filamenti pressochè identici a quelli degli aracnidi terrestri. Essi resistono fino a temperature di -100 gradi centigradi, però a differenza dei nostri ragni comuni non riescono ancora a creare delle ragnatele elaborate, come si può osservare nella foto!

Fra un pò ci racconteranno che ci conviene rifugiarci tutti in prigione, perchè è il posto migliore per nascondersi da una invasione imminente degli alieni, e tutti correranno verso il carcere più vicino ringraziando i secondini che li attendono a braccia aperte.

Sia chiaro, un fenomeno meteorologico di questo tipo esiste, e può anche verificarsi in condizioni molto particolari. La cosa curiosa è che nei giorni seguenti si è verificato praticamente su tutta la Val Padana, come se quelle “condizioni particolari” improvvisamente si fossero estese in mezza Italia. Oltre al miracolo delle “contrails permanenti” – fenomeno rarissimo che oggi si verifica ormai dappertutto - avremo anche quello della “neve chimica”, che presto entrerà a far parte del nostro vocabolario quotidiano. 


 
I fiocchi non provengono dalle nuvole, anzi in alcune zone è addirittura sereno. E' lo strano e piuttosto raro fenomeno della "neve chimica", un processo chimico-fisico che si crea quando due condizioni si verificano contemporaneamente, ossia il grande freddo, come quello di questi giorni al nord, e i livelli di inquinamento.

La Neve chimica è un fenomeno raro, tipico delle aree industriali padane. Infatti per neve chimica si intende una precipitazione di fatto nevosa che si origina esclusivamente dalla nebbia in condizioni di temperature negative, ed è permessa grazie alla presenza di nuclei di condensazione, ovvero sali e polveri e altre sostanze prodotte dalle attivtà antropiche, industrali ed urbane tipiche delle città del nord.

C’è chi dice che sia una specie di nebbia artificiale, chimica, innescata dall’inquinamento che ristagna. Un fenomeno insolito su cui anche la scienza è divisa. Gli esperti però non ritengono sia pericolosa per l’uomo né per la natura. Anzi ripulisce l’aria. Per essere pericolosa dovrebbe essere ingerita.


Considerando che nell'aria vengono irrorate sostanze chimiche attraverso aerei civili e altri non identificati, le quali mischiate alle varie sostanze inquinanti emesse dalle industrie e dallo smog cittadino, che successivamente si depositano e vengono assorbite dal suolo, mi chiedo come ragionino i cosiddetti esperti! 

Addirittura sulla scelta terminologica che identifica questo fenomeno atmosferico, c’è chi non è d’accordo. “È un’invenzione lessicale – chiarisce Stefano Tibaldi, direttore generale dell’Agenzia regionale prevenzione e ambiente dell’Emilia Romagna – la neve “chimica” non esiste! Non c’è alcuna differenza tra le nubi in quota e la forte nebbia, che è semplicemente una nube a contatto con il suolo. Quello che scatena la neve è sempre un accumulo di vapore sui cosiddetti nuclei di condensazione, generalmente aerosol, polveri e particelle, siano esse naturali o provenienti dall’attività dell’uomo. E non c’è niente di nuovo: lo aveva spiegato già bene Claudio Cassardo, professore associato presso la Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali dell’Università di Torino, dove pure si è verificato spesso il fenomeno". Sì, ma se non la si vuole chiamare chimica e non è perfettamente identica alla neve, qual è il modo migliore per parlarne? «Neve da nebbia mi sembra molto più appropriato», conclude Tibaldi. 

Nel frattempo in questi giorni è nevicato anche nel deserto del Sahara che come ben sapete è sempre coperto dalla fitta nebbia! Non esistono ancora ragni Terrak delle palme, però come nel film "Dune" ogni tanto escono dalla sabbia dei vermi giganti che succhiano la neve chimica, prendendo appunto il nome di succhiatori del deserto, i quali ricordano molto banchieri e governanti del mondo occidentale neoliberista globalizzato e assai malato!

C'è anche chi ha parlato di un altro fenomeno. La galaverna, costituita da un rivestimento cristallino, opaco e bianco intorno alle superfici solide; di solito non è molto duro e può essere facilmente scosso via. Essa si forma perché le goccioline d'acqua in sospensione nell'atmosfera possono rimanere liquide anche sotto zero (stato di sopraffusione). Questo stato è instabile e non appena le gocce toccano una superficie solida come il suolo o la vegetazione si trasformano in galaverna: si tratta quindi di solidificazione, ovvero passaggio dallo stato liquido a quello solido.



La neve da nebbia è diversa dalla galaverna, perché in quest'ultimo caso avviene il deposito che si solidifica al contatto. Il caso della neve chimica è equiparabile alla neve vera e propria, in quanto cadono fiocchi come in una vera nevicata, ma l'anomalia è legata al fatto che tutto ciò avviene col cielo sereno, in presenza di non così rare condizioni anticicloniche rigide invernali.

La prima notizia ufficiale della comparsa di tale fenomeno fu una nevicata con cielo sereno e nebbione verificatasi nel periodo natalizio del 1984, a Segrate (Milano) e un altro caso segnalato a Paderno Dugnano sempre nel periodo natalizio del dicembre 2008 in una zona semi-industriale con cielo sereno e nebbione lasciando al suolo 2 cm di neve freschissima con temperatura di -4 °C il tutto in un solo km.
Gli abitanti del posto diedero la colpa proprio alla presenza di un "polo chimico" nella zona, cioè un'ampia serie di industrie chimiche presenti in quel luogo, i cui "vapori" emessi provocavano, a loro dire, questo fenomeno.

"Tra il dire e il fare c'è di mezzo e il e una rondella non fa primavera" - cantavano Elio e le Storie Tese - intanto la protezione civile annuncia: “Questo tipo di precipitazione nevosa si verifica quando, pur in assenza di nubi, si combinano fattori quali il grande freddo, un elevato tasso di umidità e la presenza di un determinato tipo di particolato, cioè quelle sostanze prodotte dall'inquinamento industriale, (solfuro di rame, ossido di rame, ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio e silicati)”. E poi, poco più avanti: “Niente paura però perché, a detta degli esperti, la 'neve chimica' non è pericolosa né per l'uomo né per la natura, anzi, farebbe un po' da spazzina dei cieli, ripulendo l'aria.”

Gentili signori della Protezione Civile, mi spiegate perchè “solfuro di rame, ossido di rame, ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio e silicati” che “vengono rimessi in circolo nella catena alimentare” non dovrebbero essere “pericolosi né per l'uomo né per la natura”?

Perchè vi premurate di dirmi che la neve “non bisogna mangiarla”, se poi gli stessi veleni ritornano nella catena alimentare? Il piombo nella verdura è forse meno nocivo del piombo con la neve?

Gentili signori, siete davvero pagati – con i soldi dei cittadini, fra l’altro - per “proteggere i civili”, o per proteggere quelli che li avvelenano sistematicamente, tranquillizzandoli ogni volta con argomenti sempre più ridicoli e vergognosi?


Come ha sottolineato Massimo Mazzucco nel suo articolo "Nevica merda, che il Signore sia lodato" - il vero scopo del NWO non è di arrivare a comandare il mondo con la forza e con la repressione, ma di portare la popolazione ad un tale livello di rimbecillimento collettivo da desiderare essa stessa di sottomettersi al loro controllo, senza nemmeno accorgersi di quello che stanno facendo.



E a giudicare dagli eventi più recenti, questa strategia sta dando ottimi risultati.


Tratto da Luogo Comune
 

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