La sola cosa necessaria affinche' il male trionfi e' che gli uomini buoni non facciano nullaEdmund Burke


sabato 26 maggio 2012

VITA CIVILE A CONTROLLO MILITARE

 
di Gianni Lannes

Altro che fantascienza, a parte l’avanzata ed ultra-tecnologica militarizzazione dello spazio a partire dagli anni Cinquanta,  dementi in circolazione, i denigratori frustrati, i tuttologi a buon mercato ed i cialtroni che popolano il web (italiano), per non dire delle barbe finte al servizio di Governi e soprattutto di  multinazionali, dovrebbero studiare alcuni rapporti militari Usa, prima di aprir bocca e connettersi al cervello (sempre che ne abbiano uno con qualche neurone attivo). Il Pentagono - a cui fa comodo questa ignoranza diffusa in materia, un pò come alla chiesa cattolica nel Medioevo - ha affidato ad un pool di 11 generali ed ammiragli in pensione, un rapporto con la conclusione che “il riscaldamento globale della Terra costituisce una sfida per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Ad esempio il 19 marzo 1997 all’università John Hopkins, ebbe luogo - con la sponsorizzazione dell’U.S. Air Force - un simposio intitolato “Advanced Weapon Instrumentation Technologies”. In altri termini, Haarp (strumento di guerra, ormai obsoleto) dalla simulazione alla realtà. Nel marzo 2007 l’U.S. Army War College aveva tenuto un seminario di due giorni presso l’Istituto Triangle per gli studi sulla sicurezza dal titolo “Implicazioni del cambiamento climatico per la sicurezza nazionale”. Nel rapporto si rileva tra l’altro, che l’oro blu sarà un problema cruciale, perché circa la metà dell’acqua potabile consumata quotidianamente dal 40 per cento della popolazione mondiale è ricavata dallo scioglimento estivo dei ghiacciai di montagna, che si stanno rapidamente esaurendo. Inoltre, il riscaldamento globale potrebbe destabilizzare gli Stati africani e asiatici più vulnerabili, innescando un’emigrazione di  massa verso i paesi più ricchi “e può agire da minaccioso fattore di aggravamento dell’instabilità di alcune regioni più instabili del mondo”. Uno scenario predisposto dal ministero britannico della Difesa e pubblicato dal Guardian, indica in 90 pagine, un rapporto che, oltre alla citata scesa competitiva della Cina e dell’India e ai mutamenti climatici e ambientali, prevede per il 2037: “Microchip impiantati direttamente nel cervello renderanno possibili a Stati, terroristi e gruppi criminali di avere informazioni in tempo reale e di muovere attacchi eludendo i controlli. Sul terreno sociale la distanza sempre tra i pochi super ricchi e il resto della popolazione, destinata a diventare sempre più povera e a vivere in periferie urbane sempre più disperate, porterà la classe media che ha accesso alla conoscenza e alla tecnologia a lottare per affermare i propri interessi e a combattere le diseguaglianze”. Il dottor John Dylan Haynes del Max Planck Institute, sostiene che “è possibile entrare nel cervello di una persona e anticiparne le mosse”. Non a caso, da un lustro sta compiendo esperimenti in proposito (vedi: le Monde del 7 maggio 2007). 
 
 
Disinformazione a tappeto - Il profitto della Corporation si è trasformato in un enorme potere economico, strutturalmente oligarchico ed in contrasto con il principio di legittimità che almeno formalmente regge le società occidentali, quello della sovranità popolare. In uno studio pubblicato dalla Kennedy School of Government (Harvard) si descrive come “ogni mese si tenga a Washington una riunione tra i rappresentanti dei principali media nazionali, del Governo, del Congresso e dei servizi segreti (Cia & Nsa), per determinare il margine di manovra sulle informazioni da pubblicare, cioè cosa e quanto”. La libertà di informazione è vitale per la democrazia rappresentativa. Se le guerre imperiali, pur a bassa intensità, la mettono in discussione, il termine consenso assume un significato diverso da quello abituale: sul piano internazionale è determinato dalla forza dell’impero, sul piano interno dalla sua reticenza. Come abbiamo già rilevato in altre occasioni, il nodo cruciale è il rapporto tra democrazia rappresentativa e potere militare (crescente) che si reggono su principi diversi: su libertà e controllo pubblico la prima; su disciplina e gerarchia il secondo. Il vittorioso generale Eisenhower, presidente uscente dopo 8 anni, lasciava la carica mettendo in guardia il popolo nord-americano dal “potere militare industriale”, che avrebbe potuto insidiare la democrazia, in seguito effettivamente incrinata. E’ in questa situazione che si collocano i rapporti tra potere politico e potere militare, tra governo visibile e governo invisibile. Le democrazie occidentali attualmente corrono il rischio di uno svuotamento che possa comportare un mantenimento solo apparente di forme democratiche. In questo clima i cretini che sproloquiano sulla rete sono sempre ben accetti e fanno comodo a chi detiene il potere reale. La libertà non è una conquista data per sempre: si assottiglia per tutti e infine svanisce, se non apriremo gli occhi una volta per tutte. Vi basta la possibilità di consumare merci per sopravvivere felici e contenti?
 

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