Europei, prendete nota: il governo USA si è auto-attribuito il diritto di spiarvi segretamente.
Di Ryan Gallagher – slate.com -
Il fatto emerge
da una nuovarelazione fornita al Parlamento Europeo, con la quale si
mette in guardia sul fatto che una legge USA sullo spionaggio,
modificata l’anno scorso, autorizza una «sorveglianza meramente politica
sui dati relativi a stranieri» se questi sono immagazzinati usando
servizi cloudstatunitensi come quelli forniti da Google, Microsoft e
Facebook.
Gli europei
avrebbero già dovuto essere allarmati dal fatto che il PATRIOT Act può
essere usato per ottenere dati su cittadini residenti al di fuori del
suolo USA. Ma stavolta, al centro dell’attenzione è una legge diversa:
il Foreign Intelligence and Surveillance Amendments Act (FISA), che
solleva «un rischio ancora maggiore nei confronti della sovranità UE sui
dati rispetto ad altre leggi finora prese in considerazione dai
decisori politici europei».
È quanto
risulta all’interno di una relazione pubblicata di recente e intitolata:
«Fighting Cyber Crime and Protecting Privacy in the Cloud»,
(«Combattere i ciber-reati e proteggere la riservatezza nella Nuvola
informatica», NdT) prodotto dal Centre for the Study of Conflicts,
Liberty and Security.
Il FISA
Amendments Act è stato introdotto nel 2008, e ha legalizzato in modo
retroattivo l’utilizzo del controverso programma di «registrazioni
telefoniche senza garanzie» (“warrantless wiretapping”, nell’originale,
NdT) iniziato dall’amministrazione Bush a seguito dei fatti dell’11
settembre. Alla fine del mese scorso il FISA è stato prorogato fino al
2017. Nel corso di questo processo, si è acceso un aspro dibattito in
merito al modo in cui esso potrebbe violare la privacy degli americani.
Ma in realtà
sono i cittadini che vivono sotto giurisdizioni straniere a dover essere
ancora più preoccupati, afferma Caspar Bowden, co-autore della
relazione ed ex consulente capo per la privacy per Microsoft Europa.
Secondo Bowden,
l’emendamento FISA del 2008 ha creato un «potere di sorveglianza di
massa» mirato specificamente a dati di persone non-statunitensi,
residenti fuori dall’America ed applicabile al sistema di cloud
computing.
Ciò vale a dire
che aziende USA con una presenza nella UE possono essere costrette – in
base a ordine di sorveglianza segreto emanato da un tribunale segreto –
a consegnare dati sui cittadini europei.
Poiché i
cittadini non-americani fuori dagli Stati Uniti sono stati ritenuti da
un tribunale non ricadenti sotto la protezione contro l’appropriazione
dei dati personali garantita dal Quarto Emendamento, si apre la porta a
un tipo di spionaggio intrusivo nella nostra vita senza precedenti.
«È come versare
nella fornitura d’acqua pubblica una droga che controlla la mente dei
soli non-americani», afferma Bowden, che aggiunge: «la mancanza di
attenzione delle autorità europee che hanno in carico la protezione dei
dati nei confronti di questo provvedimento è stata “sconvolgente”». Ma
al rinnovo del FISA – e dopo la diffusione di questa relazione – tutto
ciò potrebbe anche cambiare.
Per le agenzie
di spionaggio della maggior parte dei Paesi è una routine consolidata e
quotidiana monitorare in tempo reale comunicazioni quali le e-mail e le
telefonate di gruppi ritenuti sospetti per ragioni di sicurezza
nazionale. Tuttavia, ciò che rende diverso il FISA è il fatto che
autorizza in modo esplicito il prendere di mira sia le comunicazioni in
tempo reale sia i dati cloud depositati e collegati a organizzazioni
politiche con sede all’estero: non solo sospetti terroristi o sospetti
agenti di spionaggio di governi stranieri. Bowden afferma che di fatto
il FISA dà pienamente «carta bianca per spiare qualsiasi cosa che sia di
giovamento per gli interessi della politica estera USA» e legalizza il
monitoraggio di giornalisti, attivisti e politici europei abbiano a che
fare con qualsiasi argomento che rientri nella sfera degli interessi
degli Stati Uniti.
Il FISA,
secondo Bowden rende espressamente legale per gli Stati Uniti,
esercitare «una sorveglianza di massa continua di comuni attività
politiche democratiche e legali» e potrebbe spingersi fino ad obbligare i
fornitori USA di servizi cloud come Google a fornire
un’«intercettazione» in diretta dei dati degli utenti europei.
I funzionari
USA (non c’è da sorprendersi) hanno continuamente e decisamente respinto
le accuse in merito a uno spionaggio di massa degli europei. Durante un
suo discorso, tenuto l’anno scorso, l’ambasciatore USA presso l’Unione
Europea, William Kennard, ha fatto riferimento a ciò che ha definito
come «paura di un accesso illimitato ai dati da parte del governo USA»,
affermando che tutte le azioni per l’applicazione delle leggi e per le
indagini sulla sicurezza nazionale negli Stati Uniti sono soggette a
limiti legali e giudiziari concepiti per proteggere la privacy
individuale. Si può inoltre mettere in discussione che un tribunale
statunitense, per di più in segreto, possa essere tanto audace da
autorizzare davvero lo spionaggio di massa sui giornalisti europei;
sebbene a livello teorico rimanga una possibilità.
In ogni caso,
tuttavia, in Europa permane un serio scetticismo: Non essendo
soddisfatto delle dichiarazioni provenienti dai funzionari USA, la
relazione con primo firmatario Bowden fa appello affinché i cittadini
dell’Unione Europea ricevano adeguati avvertimenti sul fatto che i loro
dati potrebbero risultare vulnerabilinei confronti della sorveglianza
politica statunitense. La relazione propone inoltre che sia garantita
agli europei un’equa protezione presso i tribunali americani.
Le
preoccupazioni che da anni si agitano in merito all’accesso USA ai dati
degli stranieri potrebbero presto giungere al punto di ebollizione.
Sophia in ’t Veld – vice presidente della commissione del Parlamento
Europeo sulle Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni – fa
parte di quella manciata di parlamentari europei che lavorano su questo
tema. Il tema è di quelli complessi, mi confessa la Veld, poiché le
aziende sono chiamate a uniformarsi a due ordinamenti in conflitto,
cosicché non è detto che una nuova legislazione rimetta necessariamente a
posto la situazione. In più vi è anche implicata la politica: «È assai
chiaro che la Commissione Europea [l’organo esecutivo dell’Unione
Europea] – stia chiudendo un occhio, ma lo stanno facendo anche i
governi nazionali, in parte perché non hanno afferrato la questione e in
parte perché temono di mettersi contro le autorità USA».
Ora sembra
comunque inevitabile che i legislatori europei debbano finalmente
affrontare le questioni che riguardano l’intercettazione di massa USA,
per quanto controversa possa essere. L’ultima relazione contiene parole
che suonano così: «sorveglianza di massa, di calibro pesante, mirata
alla nuvola informatica».
Un tipo di linguaggio che non può essere spazzato e nascosto a lungo sotto il tappeto.
Fonte
Fonte: terrarealtime
ma senza ritegno proprio...siamo diventati cittadini americani ...di serie B s'intende
RispondiEliminaCiao Barbara a quanto leggo nei vari blog ce ne sono parecchi interessati a noi, americani, cinesi, tedeschi siamo finiti in bocca ad un mostro con piu teste, magari fossimo di serie B ma siamo un pezzo avanti nell'alfabeto.
Elimina