David
Keith, scienziato (se è lecito definire con questo augusto vocabolo
chi, succubo di nefaste élites, prostituisce la ricerca per scopi
abietti) nonché promotore della Geoingegneria, ricorre al solito
pretesto per giustificare la dispersione di composti neurotossici nella
biosfera: il cosiddetto “riscaldamento globale”. E’ la classica foglia
di fico per tentare di nascondere l’atroce realtà di una contaminazione
planetaria che non è dunque un insano progetto da attuare in un futuro
più o meno lontano. Il tutto sotto l’egida di una “scienza” falsa e
bugiarda che accusa il CO2 di essere all'origine di cambiamenti
climatici, in verità provocati dalle attività chimiche e dalle emissioni
elettromagnetiche. Si finge di voler combattere cambiamenti per mezzo
di un “rimedio” che è il male.
In un suo recente studio, “Photophoretic levitation of engineered aerosols for geoengineering”, il fisico David Keith, fautore della geoingegneria, descrive in maniera accurata uno dei metodi che potrebbero essere adatti a raffreddare artificialmente la Terra per difenderla dal cosiddetto "riscaldamento globale" (proprio nell’ultimo scorcio del 2012 la Russia ha sperimentato i giorni più freddi degli ultimi 74 anni!).
David Keith è una nostra vecchia conoscenza: in un precedente articolo abbiamo introdotto il video in cui affermava che l'uso dell'alluminio (disperso nell'atmosfera) è più vantaggioso rispetto all'impiego dei solfati (anche se l'audio non è ottimale, è possibile identificare le parole "aluminum", "four times", "than sulfur"). Da notare peraltro che Keith ammette che l'alluminio potrebbe causare dei rischi per la salute. Sono pericoli che, a suo dire, non sono stati ancora valutati. In un’altra conferenza l’esperto riconosce che i solfati potrebbero avere degli effetti collaterali negativi, come una parziale distruzione dello strato di ozono. (sic)
Nella ricerca in oggetto, Keith discute della possibilità di diffondere alluminio e bario nell'atmosfera per riflettere i raggi del sole. Scrive lo scienziato: “Consideriamo un sottile disco di raggio pari a circa 5 μm (micron) e dello spessore di 50 nm (nanometri) composto di tre livelli: uno strato di 5 nm di ossido di alluminio, uno strato di 30 nm di alluminio metallico, infine uno strato di 15 nm di titanato di bario. Lo spessore del layer di alluminio è scelto in maniera tale da essere riflettente per l'alta banda delle frequenze solari e da essere quasi trasparente alle radiazioni termiche infrarosse che vanno in direzione opposta (la radiazione sprigionata dalla Terra verso lo spazio, n.d.t.) [...] Lo strato di Al2O3 serve a proteggere la patina di alluminio dall'ossidazione. Lo spessore del BaTiO3 è scelto in maniera tale che il momento elettrostatico del campo elettrico atmosferico sia sufficiente ad orientare orizzontalmente il disco, controbilanciando momenti causati da ragionevoli presenze di asimmetrie nello spessore del disco”.
Ovviamente si può pensare che sia solo un caso, una curiosa coincidenza il fatto che in tutto il mondo in questi ultimi dieci anni, il suolo, le acque piovane e le acque “potabili” risultano inquinate da quantità sempre più elevate di alluminio e bario.
Fonte: scienzamarcia
In un suo recente studio, “Photophoretic levitation of engineered aerosols for geoengineering”, il fisico David Keith, fautore della geoingegneria, descrive in maniera accurata uno dei metodi che potrebbero essere adatti a raffreddare artificialmente la Terra per difenderla dal cosiddetto "riscaldamento globale" (proprio nell’ultimo scorcio del 2012 la Russia ha sperimentato i giorni più freddi degli ultimi 74 anni!).
David Keith è una nostra vecchia conoscenza: in un precedente articolo abbiamo introdotto il video in cui affermava che l'uso dell'alluminio (disperso nell'atmosfera) è più vantaggioso rispetto all'impiego dei solfati (anche se l'audio non è ottimale, è possibile identificare le parole "aluminum", "four times", "than sulfur"). Da notare peraltro che Keith ammette che l'alluminio potrebbe causare dei rischi per la salute. Sono pericoli che, a suo dire, non sono stati ancora valutati. In un’altra conferenza l’esperto riconosce che i solfati potrebbero avere degli effetti collaterali negativi, come una parziale distruzione dello strato di ozono. (sic)
Nella ricerca in oggetto, Keith discute della possibilità di diffondere alluminio e bario nell'atmosfera per riflettere i raggi del sole. Scrive lo scienziato: “Consideriamo un sottile disco di raggio pari a circa 5 μm (micron) e dello spessore di 50 nm (nanometri) composto di tre livelli: uno strato di 5 nm di ossido di alluminio, uno strato di 30 nm di alluminio metallico, infine uno strato di 15 nm di titanato di bario. Lo spessore del layer di alluminio è scelto in maniera tale da essere riflettente per l'alta banda delle frequenze solari e da essere quasi trasparente alle radiazioni termiche infrarosse che vanno in direzione opposta (la radiazione sprigionata dalla Terra verso lo spazio, n.d.t.) [...] Lo strato di Al2O3 serve a proteggere la patina di alluminio dall'ossidazione. Lo spessore del BaTiO3 è scelto in maniera tale che il momento elettrostatico del campo elettrico atmosferico sia sufficiente ad orientare orizzontalmente il disco, controbilanciando momenti causati da ragionevoli presenze di asimmetrie nello spessore del disco”.
Ovviamente si può pensare che sia solo un caso, una curiosa coincidenza il fatto che in tutto il mondo in questi ultimi dieci anni, il suolo, le acque piovane e le acque “potabili” risultano inquinate da quantità sempre più elevate di alluminio e bario.
Fonte: scienzamarcia
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