La sola cosa necessaria affinche' il male trionfi e' che gli uomini buoni non facciano nullaEdmund Burke


sabato 21 settembre 2013

ARMI CHIMICHE , la guerra del Vietnam non è ancora finita

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Kennedy ordinò all’U.S. Air Force di bombardare il Vietnam del Sud (entro il febbraio 1962 erano state compiute centinaia di missioni); autorizzò la guerra chimica per distruggere le colture per scopi alimentari in modo da prendere per fame la popolazione ribelle e indurla a sottomettersi; e mise in moto i programmi che in definitiva sospinsero milioni di abitanti dei villaggi negli slum urbani e in veri e propri campi di concentramento, chiamati “villaggi strategici”.
 
L’Agent Orange e le guerre americane

al piccolo Satish e ai nostri ragazzi, nostro avvenire
Necroimpresa Monsanto,
 bimbo

Noi diciamo molto spesso che l’avvenire è nelle mani dei nostri ragazzi. Ma, nell’attesa che divengano grandi, è nelle mani degli adulti che riposa la responsabilità di proteggerli, tutelarli e aiutarli a schiudersi perché possano, a loro volta, contribuire a fare evolvere la nostra società.

di
Daniela Zini

Di tutti i crimini di guerra, quello dell’Agent Orange,
in Vietnam, è, particolarmente, aberrante.”

Noam Chomsky

Per la mia generazione, il Vietnam evoca la guerra; per i più giovani, una destinazione turistica. Una nuova guerra fa dimenticare la precedente e occulta, in gran parte, le sue conseguenze, tanto più che l’informazione si concentra esclusivamente sull’ultima.
Durante la guerra del Vietnam, la MONSANTO si è, enormemente, arricchita con la produzione del tristemente noto AGENT ORANGE.



I suoi effetti sono sentiti, ancora oggi, e lo saranno, ancora, per decine di anni.
Ieri, in Vietnam, facendo uso di armi chimiche devastanti, gli Stati Uniti hanno combattuto il comunismo, un regime che, allora, incarnava la lotta per l’indipendenza nazionale del popolo vietnamita, che si opponeva alla loro dominazione. Oggi, le stesse politiche, assurde e ingiustificabili, si perseguono dall’Afghanistan all’Iraq, passando per la Serbia, e dal Libano a Gaza, armi al fosforo, a frammentazione o all’uranio impoverito sono spante sulle popolazioni civili.
Prendere coscienza della catastrofe generata dall’AGENT ORANGE è la prima tappa, necessaria per prevenire ed evitare altri disastri.
Bambini con gravi handicap e dalle forme, talvolta, inumane nascono nell’istante in cui scrivo, perché le mutazioni genetiche, acquisite dalle persone contaminate, si trasmettono alla loro discendenza, ciò che rappresenta un vero crimine contro il genoma umano.

1. Crimini contro l’Umanità
Il vecchio Lakota era saggio. Sapeva che lontano dalla Natura il cuore dell’uomo diventa duro. Sapeva che la mancanza di rispetto per le cose che vivono e crescono, presto porta anche alla mancanza di rispetto verso gli uomini. Tenete i vostri bambini vicini alla Natura.”
Luther Standing Bear
Durante la prima guerra mondiale, sono impiegati una trentina di agenti chimici, quali i gas utilizzati dalle truppe tedesche, nell’aprile del 1915, nella regione di Ypres, in Belgio. I rischi che tali armi fanno correre ai soldati dei due campi e alle popolazioni civili induce i governi a adottare, il 17 giugno 1925, quello che è divenuto il Protocollo di Ginevra, che vieta “l’uso in guerra di gas asfissianti, tossici o simili, nonché di tutti i liquidi, materiali o procedimenti analoghi”, atti ad avere un effetto tossico sulle piante, sugli animali e sugli esseri umani. Il Protocollo proibisce, inoltre, l’uso, come arma di guerra, di ogni sostanza, i cui effetti non siano conosciuti. Il diserbante, impiegato a fini militari, dunque, rientra nella categoria delle armi chimiche. Il protocollo del 1925 costituisce il diritto internazionale in vigore, per quanto attiene alle armi chimiche, quando inizia l’intervento americano nel Vietnam. Autorizzando l’uso dell’AGENT ORANGE, per distruggere le foreste e le risaie, il presidente John F. Kennedy lo viola, deliberatamente.
Durante la seconda guerra mondiale, mentre le forze americane respingono, con difficoltà, l’esercito giapponese, è avanzata l’idea di affamare il Giappone, distruggendo i raccolti di riso con un diserbante potente. Ricerche, finanziate dal governo, sfociano sulla combinazione di due acidi: il 2,4-D (acido 2,4-diclorofenossiacetico) e il 2,4,5-T (acido 2,4,5-triclorofenossiacetico). I processi di fabbricazione industriale del secondo acido – che entra per il 48,75% nella composizione della combinazione, che resterà nella storia con il nome di AGENT ORANGE – elaborati per massimizzare i profitti, hanno come conseguenza di contaminarlo, a dosi più o meno importanti, di una sostanza, estremamente, tossica la 2,3,7,8 tetraclorodibenzoparadiossina, TCDD, meglio noto come diossina. Secondo i fabbricanti, questa “impurità” non può essere eliminata. Più il tasso del diserbante 2,4,5-T è elevato nella composizione del defoliante, più il tasso della diossina è importante. L’AGENT ORANGE, di colore rosa-bruno, deve il suo nome alle strisce di colore arancione, dipinte sui barili nei quali è stoccato. Parimenti, sono “battezzati” gli altri prodotti chimici detti “arcobaleno”, AGENT WHITE, AGENT GREEN, AGENT PINK, AGENT PURPLE, AGENT BLUE. La diossina è una sostanza cancerogena e teratogena, che produce malformazioni allo stadio fetale e attacca i sistemi immunitario, riproduttivo e nervoso.
Il disastro industriale di Seveso del 10 luglio 1976, provocato dalla fuoriuscita di una nube di diossina, che colpisce i comuni di Meda, di Seveso, di Cesano Maderno e di Desio, testimonia dei pericoli della diossina nel mondo intero. Questa triste vicenda ispirerà il cantautore Antonello Venditti:
(…) voi, che vivete tranquilli nella vostra coscienza di uomini giusti, che sfruttate la vita per i vostri sporchi giochetti allora, allora ammazzateci tutti! (..…)” 
Antonello Venditti, Canzone per Seveso
(http://www.youtube.com/watch?v=Zq8kg2dlw8Q)
L’AGENT ORANGE è testato su un atollo del Pacifico. La sua nocività è tale che il presidente Franklin Delano Roosevelt vieta all’esercito americano di servirsene.
I suoi successori non avranno gli stessi scrupoli.
Il presidente Dwight David Eisenhower autorizza, nel 1959, la messa a punto della tecnologia aerea, che permette l’aspersione del defoliante.

2. Vietnam: primo ecocidio della storia
Vi è molto di folle nella vostra cosiddetta civiltà. Come pazzi voi uomini bianchi correte dietro al denaro, finché non ne avete così tanto da non poter vivere abbastanza a lungo per spenderlo. Voi saccheggiate i boschi e la terra, sprecate i combustibili naturali. Come se non debba venire, dopo di voi, un’altra generazione, che abbia, egualmente, bisogno di tutto questo. Voi parlate, sempre, di un mondo migliore, mentre costruite bombe, sempre più potenti, per distruggere quel mondo che, ora, avete.”
Walking Buffalo
L’11 maggio 1961, durante una riunione segreta dell’US National Security Council, il presidente Kennedy dà l’autorizzazione a testare gli erbicidi nel Vietnam. Il primo spargimento dell’AGENT ORANGE ha luogo, il 10 agosto 1961, nella provincia di Kon Tum, situata nel centro del Paese. Si tratta di un ultimo test, preludio all’OPERATION RANCH HAND (OPERAZIONE OPERAIO AGRICOLO), che inizierà, cinque mesi più tardi: la più grande guerra chimica di tutta la storia dell’umanità.
Il 30 novembre 1961, il Presidente John F. Kennedy dà l’autorizzazione ad azioni aeree in vista di defogliare la foresta vietnamita. Qualche mese più tardi, firmerà l’ordine di utilizzare gli stessi mezzi per distruggere i raccolti agricoli.
L’OPERATION HADES (OPERAZIONE ADE) è lanciata.
È il nome originale dato all’operazione americana di defogliazione, via aerea, nel Sud del Vietnam, che, giudicato troppo esplicito – Hades (Ade) è il dio dei morti – è cambiato, poco dopo, in OPERATION RANCH HAND.
Il 12 gennaio 1962, un bimotore Hercules C-123 decolla per la prima missione, l’OPERATION CHOPPER (OPERAZIONE ELICOTTERO). Per la prima volta, la distruzione dell’ambiente diviene un obiettivo di guerra. Si deve impedire che la foresta e la vegetazione possano nascondere l’avversario, i suoi nascondigli e i suoi spostamenti. Si devono distruggere i raccolti che servono a nutrire popolazioni mal controllate e indurre i contadini ad abbandonare le campagne permeate dalla guerriglia.


Il 16 gennaio 1965, il Milwaukee Journal riferisce di un giovane capitano di aviazione, che ha studiato economia agraria alla University of Minnesota, per conoscere i sistemi con cui aiutare i Paesi sottosviluppati ad accrescere i loro raccolti, e che usa, ora, le nozioni apprese per irrorare con un defoliante le fitte foreste tropicali, le risaie, i campi coltivati del Vietnam, al solo scopo di stanare il nemico e distruggere i suoi raccolti per affamarlo.
Dal 1961 à 1971, si stima che 80 milioni di litri di defoliante siano stati riversati su 3.3 milioni di ettari di foreste e di terre. Più di 300 villaggi sono contaminati e il 60% dei defolianti utilizzati è AGENT ORANGE, l’equivalente di 300 chilogrammi di diossina pura. Secondo uno studio condotto dalla Columbia University di New York, pubblicato nel 2003, la dispersione di 80 grammi di diossina in una rete idrica potrebbe eliminare una città di 8 milioni di abitanti. Lo spargimento massivo dell’AGENT ORANGE colpirà, per lungo tempo, le popolazioni civili vietnamite, ma anche i soldati americani che saranno, altrettanto, esposti alla diossina senza precauzioni. Di più, la MONSANTO nasconderà, deliberatamente, all’esercito che il suo diserbante 2,4,5-T, in versione militare, o AGENT ORANGE, contiene una maggiore concentrazione di residuo di diossina TCDD rispetto alla versione agricola comune. Un documento interno, disconosciuto dalla società DOW CHEMICAL, che porta la data del 22 febbraio 1965, riferisce di una riunione segreta dei principali fornitori dell’AGENT ORANGE, quali la MONSANTO, per “discutere dei problemi tossicologici causati dalla presenza di alcune impurità altamente tossiche” nei campioni 2,4,5-T forniti all’esercito. DOW CHEMICAL intende fare conoscere uno studio interno che mostra che “alcuni conigli esposti alla diossina sviluppavano severe lesioni al fegato”. La questione, affrontata dai fornitori di 2,4,5-T, è se si debba informare il governo della tossicità dell’AGENT ORANGE. Gerson Smoger, l’avvocato di molti veterani della guerra del Vietnam, sostiene che “la riunione ha avuto luogo nel più grande segreto. (…) La questione era di sapere se si dovesse informare il governo. Come lo prova una corrispondenza, di cui anche io ho una copia, la MONSANTO rimproverò alla DOW di voler svelare il segreto. E il segreto fu mantenuto per almeno quattro anni, quelli in cui gli spargimenti di AGENT ORANGE raggiunsero il picco nel Vietnam…”
Tra il 1965 e il 1968, lo stato maggiore americano ordina di triplicare le “missioni di spargimento”. Dietro consiglio dell’ammiraglio Elmo R. Zumwalt, l’US Air vaporizza anche dell’AGENT ORANGE lungo i fiumi, per proteggere le missioni navali di ricognizione dalle imboscate.
Negli Stati Uniti, la controversia sull’utilizzo della diossina scoppia dal 1965, quando la stampa svela l’esistenza di un centro di ricerca militare sulle armi chimiche, a Fort Detrick, nel Maryland.

Ma il governo americano nega tutto.
Questo prodotto è un veleno non più pericoloso dell’aspirina.”,
afferma un rappresentante del Pentagono al Washington Post, nell’agosto del 1968.
Infine, nel 1969, uno studio rende pubblica la nocività del diserbante 2,4,5-T, dopo che gli US National Institutes of Health (NIH) hanno rivelato che dei topi, sottoposti a dosi importanti del diserbante, hanno sviluppato malformazioni fetali e messo al mondo figli nati morti.
Il 15 aprile 1970, il segretario all’agricoltura bandisce l’utilizzo del 2,4,5-T, in ragione “del pericolo che rappresenta per la salute”… ma si continua a vaporizzarlo sulla giungla vietnamita, fino al 1971.
Ufficialmente, gli Stati Uniti non utilizzano l’AGENT ORANGE da questa data.
Nel 1971, l’esercito interrompe l’OPERATION RANCH HAND e lo spargimento dell’AGENT ORANGE, ma i suoi effetti devastanti continueranno ben oltre, a causa della permanenza della diossina nel terreno, nell’acqua e nella catena alimentare e del suo carattere bioaccumulatore.
Nel 1975, gli Stati Uniti ratificano il Protocollo di Ginevra che vieta “l’uso in guerra di gas asfissianti, tossici o simili, nonché di tutti i liquidi, materiali o procedimenti analoghi”.
I territori “bersaglio” si estendono sui 16mila chilometri della pista Ho Chi Minh, nel Laos e nella Cambogia, sulla zona che si estende nel delta del Mekong fino alla penisola di Ca Mau, nel Sud-Vietnam, sulle zone a margine della Cambogia e del Laos, sulla zona battezzata Rung Sat, che controlla tutti i fiumi che portano a Saigon e sulla zona smilitarizzata nel Sud del 17° parallelo, frontiera tra i due Vietnam.
Secondo il rapporto Stellman, finanziato dall’US National Academy of Sciences (US-NAS), tra il 1961 e il 1971, l’esercito americano avrebbe riversato circa 80 milioni di litri di diserbante, contenente più di 300 chilogrammi di diossina TCDD, su centinaia di migliaia di ettari, nel Sud e nel centro del Vietnam, principalmente, ma anche nel Laos e nella Cambogia.

Secondo Franz J. Broswimmer, nel suo libro Ecocide, questo “spargimento” ha interessato il 20% delle foreste del Sud Vietnam e contaminato 400mila ettari di terreno agricolo. Da 2,1 a 4,8 milioni di vietnamiti sono stati, direttamente, esposti all’AGENTE ORANGE, ai quali si deve aggiungere un numero sconosciuto di cambogiani, laotiani, di civili e militari americani e dei loro diversi alleati – australiani, canadesi, neozelandesi, sud-coreani –.
In Vietnam, le persone, che vivono all’epoca nella zona contaminata, scoprono, a poco a poco, l’ampiezza dei danni. Bambini nascono senza testa, senza gambe, altri sono affetti da tumori alla testa…
Si scopre, in seguito, che l’AGENT ORANGE non contamina per contatto diretto, ma attraverso la catena alimentare.
In aggiunta alla catastrofe sanitaria, il Vietnam deve fare fronte a una catastrofe ecologica. Quasi il 17% delle foreste del Sud-Vietnam è stato abbattuto, le mangrovie distrutte.
E, non è finita!
La durata di vita della diossina nei terreni può raggiungere un centinaio di anni, stimano gli scienziati.

3. 50 anni dopo, l’AGENT ORANGE uccide ancora
L’uomo non tesse la ragnatela della vita, di cui è soltanto un filo. Qualunque cosa faccia alla ragnatela, la fa a se stesso.”
Chief Seattle
In Vietnam, il tasso di concentrazione di diossina rilevato negli adulti, ma anche nei bambini nati dopo la guerra è, anormalmente, elevato nelle regioni dove è stato riversato l’AGENT ORANGE.
Mentre nel resto dell’Asia del Sud-Est, la frequenza del coriocarcinoma – una forma di cancro dell’utero – è dall’1 al 2 per mille, nel Vietnam del Sud è del 6 per cento.
Dopo la guerra, migliaia di soldati americani, australiani, coreani, neozelandesi e americani, che hanno servito nel Vietnam, sono, ancora, vittime di malattie della pelle, di tumori, di diverse forme del morbo di Hodgkins, di cancri del polmone, della laringe, della trachea, della prostata. Il tasso dei bambini malformati fisicamente o mentalmente, nati da un padre che ha servito in Vietnam, è anormalmente elevato. La morte improvvisa nei neonati di soldati esposti all’AGENT ORANGE è quattro volte più elevata nei veterani del Vietnam esposti ai defolianti rispetto agli altri ex-combattenti.
Quaranta anni dopo la fine della guerra, le malattie e i sintomi legati alla diossina sono sempre presenti in Vietnam e in certe zone, resta una quantità considerevole di diossina. Si contano, oggi, tre generazioni di vietnamiti contaminati dai diserbanti. Gli Stati Uniti non hanno, mai, ammesso la loro responsabilità per i danni causati dai diserbanti nel Vietnam e non hanno, mai, versato il minimo centesimo alle vittime vietnamite, cambogiane e laotiane dell’AGENT ORANGE.
Ironia della sorte, sono stati i veterani del Vietnam che hanno denunciato, per primi, le malattie di cui sono affetti: disfunzioni ormonali, malattie della pelle, cancri…
Nel 1978, Paul Reutershan, un veterano affetto da cancro all’intestino, denuncia i produttori dell’AGENT ORANGE. Sarà, subito, raggiunto da migliaia di veterani del Vietnam, affetti da vari sintomi, per costituire la prima azione di gruppo o class action, mai intentata contro la MONSANTO. Questo caso sarà rivelatore dei metodi usati dalla società di Saint-Louis, quando si tratta di affrontare la giustizia.
Per avere causa vinta, i veterani debbono provare di essere stati contaminati dalla diossina presente nell’AGENT ORANGE, al momento della guerra del Vietnam, e che questa diossina TCDD è ben all’origine delle loro malattie. A sua difesa, la MONSANTO replicherà che la “diossina è onnipresente nella popolazione americana, nell’ambiente e negli alimenti…”, cosa che è, purtroppo, vera, tanto questo genere di inquinamento è diffuso. Tuttavia, la percentuale presente nei veterani è ben superiore a quella che si può riscontrare in un normale contesto.
Il caso non è, dunque, chiuso.

Si deve, poi, provare che la diossina è un agente cancerogeno attraverso studi scientifici che richiedono, necessariamente, un lungo termine, a causa del tempo di incubazione del cancro. La MONSANTO possiede questo genere di studi, dopo l’incidente a Nitro, nel West Virginia, in cui diverse decine di operai sono stati esposti, l’8 marzo 1949, alla diossina e seguiti dal dottor Raymond Suskind. Per provare che la diossina non è cancerogena, la MONSANTO vuole dimostrare, trenta anni più tardi, che gli operai esposti non hanno sviluppato patologie particolari rispetto alla popolazione normale. È il dottor George Roush, direttore medico della MONSANTO, che supervisionerà il contenuto degli studi della MONSANTO pubblicati nel 1980, 1983 e 1984.
Se ne può dubitare?

Gli studi della MONSANTO si concluderanno, ovviamente, con l’assenza di ogni correlazione tra l’esposizione al 2,4,5-T dell’AGENT ORANGE e il cancro.
I veterani accettano, allora, un accordo conciliativo e, il 7 maggio 1984, i produttori dell’AGENT ORANGE mettono sul tavolo 180 milioni di dollari. Il giudice ordina che il 45.5% della somma sia pagato dalla MONSANTO, a causa della forte percentuale di diossina nel suo 2,4,5-T. È così che 40mila veterani riceveranno, secondo i casi, un aiuto compreso tra i 256 e i 12.800 dollari. Il caso è chiuso, ma lascia un gusto di amaro in bocca ai veterani, che debbono contentarsi di risarcimenti ben inferiori alle spese sanitarie cui debbono fare fronte.
Agli inizi degli anni 1980, alcuni ricercatori vietnamiti si rendono conto dell’esplosione di cancri, di effetti teratogeni… ma gli Stati Uniti non ne riconoscono i metodi.
Dopo aver tentato, per più di venti anni, di negare le conseguenze sanitarie dell’AGENT ORANGE, il governo americano capitola. Nel febbraio del 1991, il Congresso vota l’Agent Orange Act, che stabilisce una  “presunzione ufficiale di relazione con il servizio” nel caso di ex-combattenti del Vietnam affetti da linfonodi o da sarcomi. Di più, si è constatato un aumento del numero di cancri tra i contadini del Kansas e del Nebraska esposti alla diossina. La legge impone alla National Academy of Sciences di pubblicare una lista delle malattie imputabili al prodotto e di aggiornare questa lista ogni due anni. Al 2005, una ventina di affezioni saranno repertoriate: leucemia linfoide, sarcoma, morbo di Hodgkin, cloracne, cancro della prostata e delle vie respiratorie, spina bifida…

Nel 1999, circa 20mila veterani sud-coreani sporgono due denunce separate contro le imprese di diserbanti, reclamando 5 miliardi di dollari. Perdono in prima istanza, nel 2002, ma si appellano e vincono, il 26 gennaio 2006. La giustizia condanna MONSANTO e DOW CHEMICAL a versare 62 milioni di dollari a 6.800 persone, ciascuna delle quali dovrebbe ricevere tra i 6.200 e i 47.500 dollari.
Il 31 gennaio 2004, la Vietnam Association For Victims of Agent Orange (VAVA), presenta un ricorso collettivo contro le società produttrici dell’AGENT ORANGE – tra le quali la MONSANTO e la DOW CHEMICAL – per crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La prima udienza di questo processo ha luogo, il primo marzo 2005, a New York. Il 10 marzo, la Corte Distrettuale rigetta l’azione legale. L’associazione ricorre in appello, l’8 aprile 2005. Nel giugno del 2007, in occasione della visita di sei giorni del presidente vietnamita Nguyen Minh Triet, negli Stati Uniti, parlando della causa riaperta di fronte alla Corte di Assise, a Washington, George W. Bush (1) liquida l’argomento con poche, significative parole:
Non saranno dei contenziosi giudiziari a fermare la collaborazione produttiva tra gli Stati Uniti e il Vietnam.”

Il 22 febbraio 2008, a New York, la Corte di Appello degli Stati Uniti conferma il giudizio, precedentemente, espresso dalla Corte Distrettuale, motivando la decisione in base a numerosi principi giuridici. Tra questi, si afferma l’impossibilità di classificare l’AGENT ORANGE come arma letale, in quanto semplice erbicida, pur contenente diossina, sostanza letale per l’uomo. Di conseguenza, le aziende produttrici e il governo americano non sono imputabili di reato, perché si sono limitati a fare uso di un “normale” diserbante, i cui effetti, drammaticamente visibili, sulla salute delle persone, sono “effetti collaterali” del diserbante stesso. Agli inizi di marzo del 2009, la Corte Suprema degli Stati Uniti rifiuta di rivedere il primo giudizio pronunciato, l’anno precedente, dalla Corte di Appello di New York, a motivo che l’AGENT ORANGE è stato utilizzato come defoliante e non come sostanza tossica nei confronti delle popolazioni umane

Il diserbante killer non è condannabile, l’arma chimica sì.
E se la sostanza è ambedue le cose?
Si tratterebbe, dunque, di un semplice problema di dizionario?
Di fatto, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha, molto semplicemente, scagionato lo Stato americano e le società implicate nella produzione del defoliante.
Questo crimine umano e ambientale resta, dunque, impunito.
Nel maggio del 2009, il Congresso americano pubblica un rapporto sulle Vietnamese victims of Agent Orange and U.S.-Vietnam relations. L’autore, Michael M. Martin, sottolinea la necessità di stabilire buoni rapporti con il Vietnam nella situazione geopolitica attuale e poiché la questione dell’AGENT ORANGE, ultima sopravvivenza della guerra, è un ostacolo, suggerisce di trattarla in modo umanitario senza riconoscere – il rapporto insiste su questo punto – alcuna responsabilità a tale riguardo.
Alcuni grandi giornali americani riprendono il dibattito, ponendosi la stessa domanda:
Il Vietnam è abbastanza importante perché gli Stati Uniti si impegnino seriamente sul problema dell’AGENT ORANGE?”

La risposta va da sé e gli incidenti nel Mar della Cina Meridionale la giustificano ancora di più. Nelle sue conclusioni, il rapporto Martin suggerisce l’adozione di un piano pluriennale di aiuto al Vietnam come una della misure atte a favorire il soft power degli Stati Uniti in Asia.
Il 28 giugno 2010, mentre l’United Nations Development Programme (UNDP) dà l’annuncio di un progetto di 5 milioni di dollari per la decontaminazione dell’aeroporto di Bien Hoa, nei pressi di Ho Chi Minh-City (l’ex-capitale Saigon), sotto l’egida di una organizzazione indipendente, la Global Environment Facility, gli Stati Uniti decidono di stanziare 32 milioni di dollari per il risanamento della zona di Da Nang.
Il 19 novembre 2010, l’United States Agency for International Development (USAID) informa del piano biennale, a partire dal luglio del 2011, il comitato popolare della città, e un accordo è firmato con il ministro vietnamita delle risorse naturali e dell’ambiente.
Il maggio scorso, due veterani americani rivelano che l’US Army ha sotterrato, nel 1978, uno stock di AGENTE ORANGE (circa 50mila litri) nella base militare US di Camp Carroll, a Chilgok, situato a 300 chilometri a Sud-Est di Seul, nella Corea del Sud. Un altro ex-combattente dichiara di aver partecipato, nel 1963-64, al sotterramento di prodotti chimici a Camp Mercer, situato a Bucheron, nei pressi della capitale sud-coreana.

Il 18 giugno scorso, in una cerimonia ufficiale, i due Paesi danno il via al programma comune di bonifica dell’aeroporto di DaNang.
La realpolitik dell’amministrazione Obama ha, dunque, un effetto collaterale positivo.
L’esigenza di giustizia resta.
Gli Stati Uniti trarrebbero onore, riconoscendo la loro responsabilità verso il Vietnam e i vietnamiti.
Similmente, le compagnie che hanno fabbricato i defolianti, ne hanno nascosto la tossicità, falsificando i risultati delle ricerche, hanno accumulato, con la loro vendita, enormi benefici e finanziato la loro riconversione nell’agroalimentare.
Il Vietnam ha bisogno di un aiuto massivo.
Le vittime non possono attendere.

O Grande Spirito, concedimi
la Serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il Coraggio di cambiare le cose che posso cambiare
e la Saggezza di capirne la differenza.”
Preghiera Cherokee

Note:
(1) Il 20 marzo 2005, l’amministrazione Bush aveva annunciato l’annullamento di un programma di ricerca binazionale tra gli Stati Uniti e il Vietnam, che doveva vertere sulla popolazione vietnamita e, principalmente, sulla connessione tra l’esposizione alla diossina e le malformazioni congenite. Questa decisione unilaterale significava il rinvio di ogni possibile azione giudiziaria contro i fabbricanti dell’AGENT ORANGE, quali la MONSANTO.
Quello stesso anno (2005), il governo neozelandese confermava che una società nazionale, la IVON WATKINS DOW, aveva fornito i composti chimici dell’AGENT ORANGE alle forze armate degli Stati Uniti durante la guerra. Dall’inizio degli anni 1960 e fino al 1987, questa impresa aveva prodotto il diserbante 2,4,5-T in una fabbrica di New Plymouth. Durante la guerra del Vietnam, la produzione, acquistata dai militari americani, era trasportata, per nave, fino alla base di Subic Bay, da dove era utilizzata nell’Asia del Sud-Est.

Daniela Zini ( ‘Giornalisti senza Frontiera’)

FONTE http://www.ildialogo.org/inchieste/Monsanto_1318774480.htm

Approfondimento:

Conseguenze dell’Agente Arancio in Vietnam
https://www.youtube.com/watch?v=o-6BRcDQLKU

Film documentario:Agent Orange – Vietnam
https://www.youtube.com/watch?v=GJxb7CY13uc

Fonte:  nogeoingegneria.com







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