La sola cosa necessaria affinche' il male trionfi e' che gli uomini buoni non facciano nullaEdmund Burke


sabato 29 marzo 2014

Il meteo come moltiplicatore di forza: possedere il tempo nel 2025

 Articolo di Nogeoingegneria.com

“Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025″  è un importante studio del 1996 che rivela l’intento da parte delle forze armate degli USA di disporre entro il 2025 di “una capacità di modificazione del tempo globale, precisa, immediata, robusta, sistematica”. NoGeoingegneria.com l’ha tradotto in italiano per portarlo a conoscenza di un pubblico sempre più vasto.

La manipolazione del tempo atmosferico e della ionosfera per le forze armate statunitensi non sono certo una novità degli ultimi anni. D’altronde chi ha una minima conoscenza dell’ambiente militare sa che non esistono remore nell’impiego di tecnologie anche al loro stadio immaturo: la possibilità di sfruttare la tecnologia per conseguire il predominio sul campo di battaglia, siano i cieli o lo spazio, porta tali ambienti a sperimentare tutto quello che lascia intravedere un qualche vantaggio, spesso eludendo trattati internazionali e quant’altro, avendo, con tutta probabilità, alle spalle il consenso del mondo politico e degli affari che conta, mondi con i quali si creano forti interconnessioni con risvolti in termini economici e politici.

La variabile meteo è stata sempre al centro degli interessi militari diventando sempre più determinante allorché le forze aeree acquisivano maggior peso nelle operazioni belliche e nel monitoraggio degli spazi e dei cieli. Solo per fare un esempio, citato anche nello studio che vi andiamo a sottoporre, nell’ intervento Desert Storm in Iraq il 50% delle operazioni di bombardamento furono cancellate per problemi meteorologici.

Capita inoltre che di frequente i target, gli obiettivi da colpire, vengano modificati ad operazioni in corso a causa delle avverse condizioni meteo su una determinata area.
In questo importante studio redatto nel 1996 da alcuni ufficiali dell’aeronautica degli Stati Uniti, spesso citato in diversi articoli sull’argomento (si veda per es. gen. Fabio Mini Owning the weather: la guerra ambientale globale è già cominciata in Limes n.06/2007) e ora tradotto in italiano da NoGeoingegneria.com, non si fa certo mistero di quali siano gli obiettivi delle modificazioni al meteo e quali enormi prospettive si aprano grazie all’impiego e allo sviluppo di nuove tecnologie collegate alle nanotecnologie, ai droni, alle onde elettromagnetiche. 



La variabile tempo assume così una veste operativa nuova: gli eventi meteorologici non diventano solo un elemento da mitigare per consentire lo svolgimento delle operazioni militari (dissipazione di nubi, nebbia, temporali ecc.), ma assumono un ruolo attivo, divenendo un’arma determinante di attacco da impiegare tanto nello scontro militare quanto in operazioni di guerra psicologica, ma soprattutto in operazioni di guerra “non dichiarata”, dove non è chiaro se un evento sia un fatto naturale o artificialmente prodotto.


“Uno dei maggiori vantaggi di utilizzare il tempo atmosferico simulato  per raggiungere un determinato effetto è che diversamente da altri metodi, è che produce quello che altrimenti è il risultato di azioni deliberate, in modo da apparire come se fosse la conseguenza di fenomeni meteorologici naturali.”(pag. 28)

Anche se la modifica del meteo a fini bellici non è una novità, visto che ad essa si è fatto già ricorso in modo massiccio per esempio nella guerra del Vietnam (Operazione Popeye), sono appunto le nuove possibilità tecnologiche ad aver rivitalizzato negli ultimi decenni l’attenzione, mai sopita,  verso la possibilità di intervenire determinando gli eventi atmosferici. Il fatto che esista una convenzione ONU del 1977 che limita l’uso delle modifiche all’ambiente a fini bellici, e che ci sia una certa resistenza generalizzata all’impiego di tali tecniche, non sembra preoccupare più di tanto gli autori di questo studio che tracciano una sommaria road map che, entro il 2025, dovrebbe portare al superamento anche di questi scogli.

Scrivevano a tal proposito nel 1996 gli ufficiali autori dello studio:
“Le attuali tecnologie, che matureranno nei prossimi 30 anni, offriranno a chiunque abbia le risorse necessarie, la possibilità di modificare le condizioni meteorologiche e i loro relativi effetti, almeno su scala locale. Le attuali tendenze demografiche, economiche e ambientali creeranno tensioni a livello globale che forniranno l’impulso necessario  a molti paesi o gruppi per trasformare questa possibilità di modificazione del tempo in una capacità. Negli Stati Uniti la modificazione del tempo diventerà verosimilmente una parte della politica di sicurezza nazionale …La tecnologia è là, attende solo che la mettiamo insieme; nel 2025 possiamo possedere il tempo atmosferico.” (pag.6)
E ancora:

“Tra il 1996 e il 2005 i progressi tecnologici in meteorologia e le richieste di più previsioni più precise provenienti dal mondo degli affari  porterà all’identificazione delle principali variabili che influenzano il meteo; entro il 2015 si arriverà a effettuare previsioni sempre più precise e affidabili; nel successivo decennio, e quindi entro il 2025, la crescita della popolazione eserciterà pressioni sulle risorse e sui costi di cibo e acqua, le perdite massicce di vite umane dovute alle catastrofi meteorologiche diventeranno sempre più inaccettabili spingendo i governi  a capitalizzare i progressi tecnologici nella manipolazione del tempo atmosferico conseguiti nei 20 anni precedenti. L’urgenza di realizzare i benefici di tali capacità faranno sì che intervengano leggi e trattati che rendano accettabili i rischi a cui si dovrà far fronte per perfezionare tali tecniche.” (pag.10)

Questo sommariamente è il percorso che delineavano in cui non si può non scorgere, oggi che ci troveremmo a circa 2/3, una serie di elementi che fanno pensare a come lo scenario previsto si stia di fatto realizzando, probabilmente anche in anticipo sui tempi previsti. Almeno a livello mediatico siamo certamente ormai da tempo entrati nell’ultima fase che prevede una spinta per rendere la modificazione meteo socialmente accettabile, se non addirittura auspicabile. Tutte le preoccupazioni ambientali, alcune delle quali anche legittime, sembrano convergere verso un unico inevitabile punto, la geoingegneria, intesa nella sua accezione più ampia che include anche la manipolazione dello spazio attorno al pianeta. Ecco che la natura, anche nei resoconti giornalistici, assume sempre più un ruolo di matrigna che colpisce, come un killer, con eventi catastrofici gli essere umani che non potranno far altro, prima o poi, che difendersi andando a intervenire sulle variabili che regolano i fattori meteorologici a livello atmosferico ma non solo, modificandole. Ammesso e non concesso che siano tutte manifestazioni naturali che escludono la mano “invisibile” dell’uomo, sono comunque gli autori stessi a ricordarci che l’intervento sul meteo a fini ipoteticamente difensivi è solo la faccia, per così dire, buona della medaglia. Il meteo, l’atmosfera, la ionosfera, lo spazio che circonda il pianeta possono essere sfruttati in chiave offensiva per conseguire il dominio di qualsiasi campo di battaglia, simulando tramite l’impiego delle tecnologie la mano della Natura.
“In un  senso più ampio, la modificazione del tempo può essere suddivisa in due categorie principali: quella della soppressione e quella dell’intensificazione delle condizioni meteorologiche. In casi estremi, potrebbe comportare la creazione di condizioni del tempo completamente nuove, l’attenuazione o il controllo di forti tempeste, o anche l’alterazione del clima globale di vasta portata e/o di lunga durata. Nei casi più lievi e meno controversi può consistere nell’indurre o sopprimere le precipitazioni, le nubi o la nebbia per brevi periodi su una regione di piccole dimensioni. Altre applicazioni a bassa intensità potrebbero includere l’alterazione e/o l’utilizzo dello spazio vicino come un mezzo per migliorare le comunicazioni, disturbare il monitoraggio attivo e passivo, o per altri scopi. … questo documento si concentra principalmente sulle forme localizzate e di breve termine di modificazione del meteo e su come queste potrebbero essere incorporate in capacità di combattimento durante i conflitti. Le aree principali affrontate includono la generazione e la dissipazione delle precipitazioni, delle nubi e della nebbia; la modifica dei sistemi di tempeste localizzate, e l’uso della ionosfera e lo spazio vicino per il controllo dello spazio e il dominio delle comunicazioni. ….   Esempi estremi e controversi di modificazione-creazione del tempo su ordinazione, di modificazioni del clima su larga scala, di creazione e/o controllo (o “pilotaggio”) di forti tempeste, ecc. sono state studiate come parte di questa ricerca, ma solo per farvi un breve accenno perché, a giudizio degli autori, gli ostacoli tecnici che impediscono la loro applicazione appaiono insormontabili per i prossimi 30 anni. Se così non fosse, tali applicazioni sarebbero state incluse …     D’altra parte, la gamma delle applicazioni di manipolazione al meteo proposte in questa relazione si è dimostrata potenzialmente e tecnicamente realizzabile. Esse sono verosimili, sebbene, nessuna venga generalmente impiegata  o prevista per un futuro impiego da parte delle nostre forze operative.” (pag. 11)
Nebbie, nubi, precipitazioni, temporali, tempeste di fulmini potrebbero adeguatamente essere creati artificialmente anche grazie  all’impiego delle nanotecnologie e dei droni che permetteranno una gestione sempre più tecnologica del tempo.
“I materiali smart basati sulle nanotecnologie sono sviluppati di continuo per essere dotati al loro interno di computer in grado di svolgere grandi operazioni. Essi potrebbero adattare le loro dimensioni a quelle ottimali per una data situazione di inseminazione della nebbia e perfino eseguire degli aggiustamenti durante il processo. Potrebbero anche incrementare le loro qualità dispersive aggiustando la loro galleggiabilità nell’aria, comunicando l’uno con l’altro, e  la loro guidabilità all’interno della nebbia. … i droni potrebbero essere usati per lanciare e diffondere questi materiali smart.” (pag. 20)


“Anche la nanotecnologia  offre possibilità per creare un tempo atmosferico simulato. Una nube, o diverse nubi, composte di microscopiche particelle computerizzate, tutte comunicanti l’una con l’altra e dotate di un sistema di controllo più ampio potrebbe fornire una capacità tremenda. Tali nubi interconnesse, galleggianti nell’atmosfera, e dotate di capacità di movimento nelle tre dimensioni, potrebbero essere progettate per avere un largo spettro di impieghi. Esse potrebbero esclusivamente bloccare i sensori di tipo ottico o essere adattate per diventare invisibili ad altri sistemi di sorveglianza. Esse potrebbero anche fornire una differenziale di potenza elettrica nell’atmosfera, che altrimenti non potrebbe esistere, per provocare tempeste di fulmini … Anche se i livelli di potenza raggiunti saranno insufficienti per costituire una reale arma da combattimento, il potenziale per effettuare operazioni di tipo psicologico potrà rivelarsi fantastico.” (pag. 28)
La capacità di intervenire sul meteo e sulla ionosfera a livello globale presuppone a monte un sistema di monitoraggio sempre più accurato, pervasivo e capace di fornire informazioni in tempo reale allo scopo di elaborare modelli di intervento sul meteo e di permettere una gestione “alla carta” delle operazioni. La rete meteorologica globale di cui si parla in “Possedere il tempo entro il 2025”, oltre a reparti militari specializzati nelle operazioni di modifica, contempla un intenso utilizzo delle informazioni e delle innovazioni provenienti dal settore civile:

“ .. (1) specialisti altamente qualificati in manipolazione del tempo atmosferico … (2) porte di accesso alla rete meteo globale ..  dove si raccolgono le osservazioni meteorologiche in tutto il mondo e si elaborano le previsioni pressoché in tempo reale da fonti civili e militari; (3) un fitto e altamente sofisticato sistema di rilevamento meteo locale molto accurato e un sistema di comunicazioni, (4) una capacità avanzata computerizzata in grado elaborare modelli di modificazione del tempo su un’area locale e di fare previsioni … (5) comprovate tecnologie di intervento di modificazione del tempo; e (6) una capacità di ottenere feedback.”  (pag. 13)
pc

Anche nel nostro paese, per chi non si ferma alle apparenze, si vedono alcuni probabili effetti del dispiegarsi di questo ambizioso programma di controllo del meteo e delle comunicazioni a livello globale.

ll MUOS di Niscemi, il sistema di mega parabole costruito di recente in Sicilia, pronto ad entrare prossimamente in funzione, nonostante le resistenze della popolazione, è con tutta probabilità uno snodo di questi ambiziosi programmi, soprattutto per quello che interessa la manipolazione della ionosfera nell’ottica di conseguire il dominio delle comunicazioni e la capacità di utilizzare nuove tipologie di armamenti (vedi il paragrafo “Dominio delle comunicazioni attraverso la modificazione della ionosfera” pag. 24-28).
“Sono stati esplorati e proposti vari metodi per modificare la ionosfera, inclusa l’iniezione di vapori chimici e il riscaldamento o il caricamento con radiazioni elettromagnetiche o fasci di particelle …  E’ importante notare come molte tecniche di modificazione dell’atmosfera superiore sono state in teoria sperimentate con successo. Le tecniche di modifica applicate sul campo dall’URSS comprendono il riscaldamento verticale con alte frequenze, obliquo con alte frequenze, con microonde, e modifiche magnetosferiche.28 Applicazioni militari significative di tali modificazioni includono la produzione di comunicazioni a bassa frequenza (LF), di comunicazioni condotte ad alta frequenza (HF), e la creazione di una ionosfera artificiale … Inoltre, anche i paesi in via di sviluppo riconoscono i benefici delle modificazioni ionosferiche:  “all’inizio degli anni ’80, il Brasile condusse un esperimento per modificare la ionosfera tramite iniezioni chimiche.” (pag. 23)


La ionosfera sembra alquanto capricciosa e irregolare rispetto alle esigenze di comunicazione che caratterizzano il Terzo Millennio, allora perché non modificarla?
“Gli autori descrivono come si potrebbe controllare con precisione la localizzazione e l’altitudine della regione soggetta a una ionizzazione prodotta artificialmente utilizzando fasci di microonde (MW) incrociati … Le implicazioni di tale controllo sono enormi: non si sarebbe più  così soggetti ai capricci della ionosfera naturale, ma si avrebbe invece il controllo diretto dell’ambiente di propagazione. Idealmente gli specchi ionosferici artificiali (AIM) potrebbero essere rapidamente creati e poi mantenuti per il breve periodo richiesto dalle operazioni.” (pag. 24)
laser

Ma sistemi simili a quelli installati a  Niscemi potrebbero in realtà non essere limitati nel loro utilizzo a fini di implementazione o disturbo delle comunicazioni, ma avere un impiego diretto nelle c.d. guerre stellari:
“Far esplodere o rendere inattivi i mezzi spaziali che attraversano lo spazio più prossimo alla Terra.

La ionosfera potrebbe essere potenzialmente caricata o cosparsa in modo artificiale con una radiazione fino al punto da renderla inospitale per i satelliti o altre strutture spaziali. Il risultato potrebbe andare dalla temporanea disattivazione dell’obiettivo alla sua completa distruzione attraverso un esplosione indotta. Naturalmente, l’impiego effettivo di tale capacità dipende dalla destrezza nell’applicarla in regioni dello spazio selezionate.” (pag. 27)

Concludendo la nostra certamente non esaustiva presentazione Vi invitiamo a leggere il documento tradotto che trovate in forma integrale al link riportato qui sotto. Molti sono gli spunti che se ne possono trarre. Invitiamo soprattutto chi è competente in materia a fornire letture aggiornate di quanto in esso contenuto ed inviarcele per un’eventuale pubblicazione.

 Il tempo atmosferico come moltiplicatore della forza: possedere il tempo entro il 2025
(testo in italiano)

(testo originale)

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