Tra le "eccezioni" che muovono i negazionisti nell’ambito del tema “chemtrails”, una delle più frequenti si riferisce alla presunta mancanza di testimonianze e fotografie circa gli aeroporti da dove decollano ed in cui atterrano gli aerei chimici. E' un'"obiezione" gratuita, strumentale e facilmente confutabile. Solo per proporre un esempio, nello scalo militare di Falconara Marittima (Ancona), centro industriale sull'Adriatico ed in cui sorge una raffineria di petrolio, sono stati immortalati degli inconfondibili velivoli chimici. Sono bianchi e senza le regolari marche.
Collegato all'aeroporto civile, "Raffaello Sanzio", si trova quello militare da cui partirono i bombardieri, durante l'aggressione alla Serbia nel 1999: era allora Presidente del Consiglio l'atroce Massimo D'Alema. Nei dintorni si notano, mimetizzate fra le abitazioni di Marina di Montemarciano e di Chiaravalle, installazioni militari di alimentazione elettrica, difese da filo spinato. Sono anche visibili cartelli con su scritto "No trespassing" ed il simbolo della “Rosa dei venti”, emblema della N.A.T.O.[1]
Visualizzazione ingrandita della mappa
Sulla pista si scorgono due modelli di aeromobile molto simili, se non identici, a quelli che incrociano a bassa quota sulla Liguria occidentale, senza lasciare tracce radar e privi di contrassegni identificativi. Uno dei due è un bimotore ad elica, con i motori verniciati di rosso. Molti cittadini hanno osservato, fotografato e ripreso apparecchi di questo tipo in varie regioni d'Italia. Falconara Marittima, con il suo aeroporto "a stelle e strisce", è località strategica, data la sua posizione all'interno della penisola. Un'altra base in cui sono gestiti i voli della morte è quello di Pratica di Mare.
L'aeroporto di Pratica di Mare fu istituito nel 1937 nella tenuta di Campo Ascolano e qualificato come campo di allenamento aereo. Negli anni che seguirono, il complesso conobbe continui ampliamenti. Nel dicembre del 1942 diventò Scuola Strumentale di Volo. Gli adeguamenti logistici ed infrastrutturali sono proseguiti fino ai giorni nostri, tanto che è divenuto il più grande aeroporto militare italiano: oggi ospita anche alcuni Reparti aerei della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia di Stato.
Altri scali incriminati sono i seguenti: Orio al Serio (Bergamo), Linate (Milano), Caselle, (Torino), Federico Fellini (Rimini), Galileo Galilei (Pisa).
Usando queste ed altre strutture, lo stato italiano con un’apposita aviazione, per quanto gli compete, ma nel contesto di un programma globale, si avventa contro i cittadini ed il territorio nazionale, coordinando le operazioni clandestine di aerosol. Inquinamento dei biomi, incendi, alluvioni, frane, danni all’economia, diffusione di patologie… sono le conseguenze di un’istituzione che, simile ad una malattia autoimmune, aggredisce l’organismo stesso.
[1] E’ curioso che proprio da questo scalo siano giunte le visite relative alla telefonata ad un impiegato dell’Ufficio stampa dell’E.N.A.V.
Ringraziamo i nostri lettori per averci fornito le foto qui pubblicate.
http://www.tankerenemy.com/2010/08/aeroporti-chimici.html
Che grande casino!!!
RispondiEliminaDa qualche parte i tanker devono partire.
EliminaCiao carissima buona serata