Alcune tecniche di geoingegneria
Nessuna responsabilità umana nei cambiamenti climatici… finora.
Le iniziative per contrastare il falso problema della CO2 potrebbero però comportare responsabilità gravi.
Per ‘geoingegneria’ si intende quanto segue:
Nelle scienze applicate con il termine geoingegneria si designa l’applicazione di tecniche artificiali di intervento umano sull’ambiente fisico (atmosfera, oceano, biosfera, criosfera, idrosfera, litosfera ecc..) volte a contrastare i cambiamenti climatici causati dall’uomo.
La geoingegneria è oggi un costrutto teorico che ha per oggetto l’uso di tecniche di ingegneria planetaria per, ad esempio, ridurre la presenza di CO2 in atmosfera.
Finora su CS ci si era occupati di questi progetti in modo ironico, sorridendo sulla loro fantasiosa assurdità ( Quei palloni gonfiati della Royal Society; Clima: scienziati deliranti… ), ma adesso sembra che cominci ad esserci poco da ridere, lo spunto è offerto da un articolo pubblicato da Naomi Klein sul New York Times, il 28 ottobre scorso e intitolato: Geoengineering: Testing the Waters.
Nell’articolo si riferisce di un’iniziativa di manipolazione ambientale realizzata dall’uomo d’affari Russ George,
il quale con l’intento di promuovere lo sviluppo di alghe per ridurre
la CO2, ha scaricato 120 tonnellate di polvere di ferro nell’Oceano Pacifico. Dell’iniziativa si è occupata anche la rivista Scientific American il 24 ottobre scorso con l’articolo Pacific Ocean Hacker Speaks Out.
L’allarmato articolo di Naomi Klein riferisce delle alterazioni causate da questa iniziativa negli equilibri biologici del Pacifico:
Fino ad ora, queste proposte sono state usate per lo più come modelli e simulazioni al computer e per articoli scientifici. Ma con l’avventura nell’oceano del signor George, la geoingegneria è decisamente scappata dai laboratori. Se il resoconto di Mr. George sulla sua missione è veritiero, la sua azione ha creato una fioritura di alghe su un’area marina di una dimensione grande come la metà del Massachusetts
Il danno causato nell’oceano è documentato con una foto della NASA, seppur con un prudenziale punto interrogativo, proprio nell’articolo apparo su Scientific American:
Come dicevamo sopra,
finché si trattava di bizzarre proposte teoriche si poteva anche
sorridere, ma adesso il discorso si fa serio, e a maggior ragione
perché Russ George è un privato cittadino che a nessun titolo può
arrogarsi il diritto di porre in essere delle iniziative dalle
imprevedibili ripercussioni sull’ambiente.
Ma Russ George appare essere solo un pioniere,
la sua iniziativa sembra essere una specie di “ballon d’essai”, un modo
per saggiare le reazioni internazionali che prepara la strada ad altri e
ben più preoccupanti gruppi d’intervento climatico, tra questi basti
citare la Intellectual Ventures, finanziata dall’immancabile Bill Gates.
La ETC Group, un gruppo che lavora sui problemi ambientali, per bocca di un suo esponente ha fatto dichiarazioni preoccupanti in tal senso riportate nello stesso articolo sul NYT:
“La Geoingegneria dice: “Noi lo faremo, e voi ne affronterete gli effetti (nel bene o nel male).’”
E se l’iniziativa di Russ
doveva servire per saggiare le reazioni degli stati e dell’opinione
pubblica, l’esperimento può dirsi concluso col massimo successo, nessuno
sembra volersi opporre a questo tipo di interventi.
E così, mentre l’IPCC si preoccupa dell’incolpevole CO2 prodotta
dalle attività umane, l’agenzia intergovernativa sui cambiamenti
climatici farebbe bene a preoccuparsi dei danni che le iniziative anti
Global Warming stanno iniziando a provocare.
Tutto lascia però immaginare che
l’IPCC continuerà ad indicare nelle emissioni di CO2 il nemico da
combattere, mentre nascondendosi dietro questa “giusta causa” il clima
rischierà di essere davvero alterato in modo colposo.
Se gli Uomini buoni continuano a far nulla mio caro Zak,allora si che saran dolori.
RispondiEliminaCiao
Hai ragione lo credo anche io, ciao
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