fonte: www.nogeoingegneria.com
Curriculum: Gordon MacDonald
Disse Rosalie Bertell: ”Quello che è previsto ora sono guerre
climatiche e meteorologiche, guerre in cui terremoti e vulcani,
inondazioni e siccità, uragani e piogge monsoniche avranno un ruolo”.
Un geofisico di spicco confermava questa inquietante prospettiva circa 50 anni fa.
Nel 1966, Gordon J.F. MacDonald, allora direttore associato
dell’Istituto di Geofisica e Fisica Planetaria della University of
California di Los Angeles aveva contribuito al libro “Unless Peace
Comes” (1). Un capitolo della sua opera, frequentemente citato, si
intitola: “Come distruggere l’ambiente”.
Qual’era lo scopo dello scienziato? Esporre l’intero programma o
intendeva avvisare? MacDonald era nel 1966 membro dell’Organo di
Consulenza Presidenziale ed in seguito membro del consiglio per il
controllo tecnologico con propositi militari.
Nel 1968 MacDonald scriveva: “Entro l’anno 2018, la tecnologia metterà a
disposizione ai leader delle maggiori nazioni una varietà di tecniche
per condurre una guerra segreta, di cui solo una minima parte delle
forze di sicurezza debbano essere informate. Una nazione può attaccare
un concorrente di nascosto con mezzi batteriologici, indebolire
accuratamente la popolazione (seppure con un minimo di morti) prima di
prendere il controllo con le proprie forze armate. In alternativa,
potrebbero essere impiegate le tecniche di modificazione del clima per
causare prolungati periodi di siccità o tempeste, indebolendo in tal
modo la capacità di una nazione e costringendola ad accettare le
richieste del concorrente”.
Nella pubblicazione di questa raccolta di testi con il titolo Toward the
year 2018 (2) troviamo le voci di una dozzina di eminenti personaggi di
spicco tra scienza e tecnologia, tra di essi MacDonald traccia le sue
(pre)visioni sulle guerre future nel capitolo “Space”.
Secondo le descrizioni di MacDonald, solo in pochi nella comunità
militare o scientifica devono sapere ciò che effettivamente accade in
caso di guerra con armi che simulano eventi naturali. C’è da chiedersi:
quale possibilità avrà un comune cittadino di differenziare tra tsunami,
tornado, uragani, alluvioni, terremoti indotti dalla mano dell’uomo ed
eventi naturali?
MacDonald ha pubblicato numerosi saggi e articoli sul futuro della
tecnologia delle armi. La sua posizione all’apice del complesso
militare-industriale-accademico gli ha permesso di avere informazioni ed
idee piuttosto precise su disegni e progetti “in incubatrice”.
Il suo contributo al libro “Unless Peace Comes” (A meno che non venga la
pace) parla della manipolazione ed il controllo del tempo e del clima.
MacDonald include in questo abbozzo del futuro impressionanti strumenti
di manipolazione delle forze della natura e dell’ambiente: l’uso
distruttivo delle onde dell’oceano (tsunami), la fusione o
destabilizzazione delle calotte polari (manipolazioni, spostamenti,
fusione di enormi superfici di ghiaccio), uragani controllati ed usati
come un’arma, la riduzione intenzionale dell’ozono, raffreddamento e
riscaldamento del pianeta (raffreddare introducendo materiali nell’alta
atmosfera capaci di assorbire la luce in entrata o riscaldare
trattenendo il calore in uscita) la creazione di terremoti artificiali e
la manipolazione del cervello umano utilizzando le microonde,
influenzando i campi energetici della terra.
MacDonald ha scritto: “La modifica ambientale sarà un sistema d’arma
attraente in qualsiasi scontro militare nel prossimo futuro (…) Le
operazioni che portano a tali condizioni possono essere condotte di
nascosto, dal momento che le grandi instabilità presenti in natura che
producono tempeste, inondazioni, siccità, terremoti e maremoti, sono
viste come insolite ma non inaspettate.”
guerr
Oggi le calotte polari si stanno sciogliendo, lo strato di ozono si è
sfasciato, molti, troppi di questi progetti pare siano diventati
realtà.
http://www.nogeoingegneria.com/portfolio-view/gordon-macdonald/
Traduzione by NOGEOINGEGNERIA.COM
Fonti:
(1) How to wreck the environment – Belfort-Group.eu
(2) GORDON MADONALD: TOWARD THE YEAR 2018 THE FOREIGN POLICY ASSOCIATION 1968 pag.34
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